Vita... e sto!

 VITA ... E STO! 

by Maria Adele Popolo 



Era troppo difficile aspettare, il tempo sembrava fermo, stagnante e oppressivo. L'orologio sulla parete gialla continuava sfrontato a mormorare il suo tic tac, ma per chi è costretto, rinchiuso, obbligato, il tempo è un nemico freddo e crudele peggiore anche della  morte. Del resto, si chiedeva, aveva senso nascondersi da lei? Aspettando che passasse oltre senza notarlo, graziandolo e lasciare che vivesse ancora per un po'?

Aveva senso restare sospeso mentre tutti gli altri, oltre quelle pareti, vivevano risoluti?
Sapeva che più stava fermo più le forze lo abbandonavano, tutte le forze. I muscoli si afflosciavano, l'appetito diminuiva, la volontà si liquefaceva trasformandosi in mille fobie. Si guardava allo specchio e non si riconosceva, c'era un vecchio lì a scrutarlo con occhi curiosi, poi cattivi, poi imploranti. Quel vecchio aveva più coraggio di lui, aveva vissuto abbastanza per avere tempra forte e volontà di ferro. Quel vecchio nello specchio sapeva il fatto suo, ma lui non era così forte, non più. La lunga attesa lo aveva stroncato, indebolito, vinto.
Tic tac continuava impietoso a mormorare l'orologio, ma il tempo era immobile, congelato in un attimo infinito. Era troppo difficile aspettare, e doveva prendere una decisione, doveva!
La porta cigolante, lentamente si apre, la luce lo assale, voci sconosciute lo raggiungono, la vita lo aggredisce. Il panico dell'incertezza lo fa arretrare, ma c'è qualcosa dentro il suo esile vecchio corpo, qualcosa che come un serpentello saetta lungo la sua schiena ricurva spingendolo oltre la soglia, una forza vitale interiore che gli fa vibrare tutto il corpo. E sorridendo pensa: i miei surreni funzionano ancora. Viva la vita!

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