PUCK "Hai detto giusto: sono proprio io quell’allegro notturno vagabondo. Io faccio da buffone ad Oberon, e lo faccio morir dalle risate quando mi metto a far l’imitazione del verso d’una puledrina in foja, e uno stallone ben sazio di fava corre qua e là a cercarla e non la trova. Talvolta vado, quatto, ad appiattarmi, nella forma d’un granchiolino arrosto,( ) nel fondo del boccale d’una vedova, sì che al momento ch’ella fa per bere le salto sulle labbra all’improvviso, e la birra le si rovescia tutta giù giù per l’avvizzita pappagorgia. Talvolta una comare saccentona nel raccontare, tutta sussiegosa, una delle sue storie strappalacrime, mi scambia per un tripode sgabello: io, d’un tratto, le sguscio dalle natiche, quella va a gambe all’aria, e scatarrando grida: “Accidentaccio!”( ) e là tutti a crepare dalle risa ed a giurare, tra tossi e starnuti, di mai aver passato ora più allegra."