SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

PUCK
"Hai detto giusto: sono proprio io
quell’allegro notturno vagabondo.
Io faccio da buffone ad Oberon,
e lo faccio morir dalle risate
quando mi metto a far l’imitazione
del verso d’una puledrina in foja,
e uno stallone ben sazio di fava
corre qua e là a cercarla e non la trova.
Talvolta vado, quatto, ad appiattarmi,
nella forma d’un granchiolino arrosto,( )
nel fondo del boccale d’una vedova,
sì che al momento ch’ella fa per bere
le salto sulle labbra all’improvviso,
e la birra le si rovescia tutta
giù giù per l’avvizzita pappagorgia.
Talvolta una comare saccentona
nel raccontare, tutta sussiegosa,
una delle sue storie strappalacrime,
mi scambia per un tripode sgabello:
io, d’un tratto, le sguscio dalle natiche,
quella va a gambe all’aria,
e scatarrando grida: “Accidentaccio!”( )
e là tutti a crepare dalle risa
ed a giurare, tra tossi e starnuti,
di mai aver passato ora più allegra."

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