Invictus "Invincibile"

A tutte le anime perse, che possano ritrovare la speranza!


Invictus



Dal profondo della notte che mi avvolge,

buia come il pozzo più profondo che va da un polo all’altro,

ringrazio gli dei chiunque essi siano

per l’indomabile anima mia.



Nella feroce morsa delle circostanze

non mi sono tirato indietro né ho gridato per l’angoscia.

Sotto i colpi d’ascia della sorte

il mio capo è sanguinante, ma indomito.



Oltre questo luogo di collera e lacrime

incombe solo l’Orrore delle ombre,

eppure la minaccia degli anni

mi trova, e mi troverà, senza paura.



Non importa quanto sia stretta la porta,

quanto piena di castighi la vita.

Io sono il padrone del mio destino:

io sono il capitano della mia anima.






La poesia, del poeta inglese William Ernest Henley (1849-1903) da il titolo al film su Mandela, "L’invincibile" di Clint Eastwood. Viene infatti usata da Nelson Mandela prima per se stesso allo scopo di alleviare gli anni della sua prigionia durante l’apartheid, e poi per incoraggiare il capitano della squadra sudafricana di rugby François Pienaar.






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