Eduardo De Filippo: una commedia al mese - gennaio

Sabato, Domenica e Lunedì


Eduardo De Filippo








Di questo meraviglioso dramma voglio fare due recensioni: uno al testo teatrale scritto dal grande drammaturgo e l’altra alla messa in scena con Tony Servillo come protagonista e regista.



Premetto dicendo che di questo lavoro, purtroppo, non esiste nessuna versione registrata, niente dvd o altro video con Eduardo e la sua Compagnia, poiché i nastri andarono letteralmente “in fumo”, come afferma Andrea Camilleri in una preziosa testimonianza in cui l' autore, ex dirigente di viale Mazzini, ricostruisce la sparizione di “Sabato, domenica e lunedì”, “Sik Sik”, “Le voci di dentro”: “sì, la tv cancellò 3 commedie di Eduardo, io c' ero, i nastri registrati nel ' 62 furono riutilizzati per altri programmi”. In seguito Eduardo autorizzò le riprese di “Le voci di dentro e di Sik Sik”, ma si rifiutò, non si sa bene perché, di rifare “Sabato, domenica e lunedì”, sia in televisione sia in teatro per cui non esiste nessuna versione dell’opera con Eduardo interprete, per lo meno nessuna versione in circolazione.



Il Testo ovvero il libro

Il libro che io ho è edito dalla Einaudi, che ha pubblicato tutte le opere di Eduardo, sia singolarmente nella collana Collezione di Teatro, che le raccolte che il drammaturgo stesso a creato sotto il nome di: Le Cantate dei Giorni Dispari, in numero di tre, e La Cantata dei Giorni Pari.

“Sabato, domenica e lunedì” è inclusa nella Cantata dei Giorni Dispari.



Commedia in tre atti

I Personaggi
Peppino Priore

Rosa, moglie di Peppino

Giulianella, figlia

Rocco, figlio

Roberto, figlio

Antonio Piscopo, padre di Rosa

Amelia Priore, sorella di Peppino

Attilio, figlio di Amelia

Raffaele Priore, fratello di Peppino

Federico, amico di Rocco e fid. di Giulianella

Maria Carolina, moglie di Roberto

Luigi Ianniello, vicino

Elena, moglie di Luigi

Virginia, cameriera

Michele, fratello di Virginia

Dottor Cefercola

Catiello, sarto

Si contano ben 17 personaggi, tanti, verrebbe da dire, in realtà è una delle commedie con meno personaggi, a parte gli atti unici.

Che il numero 17 abbia portato male? Eduardo era superstizioso? Da Napoletano probabilmente sì, ma avrebbe potuto cambiare il numero dei personaggi! Chissà cosa lo portò a decidere di non mettere più in scena questo lavoro, ma non credo sia un caso che la decisione coincida col fatto che nel 1959 si separò dalla moglie, e con la tremenda disgrazia che lo colpì nel gennaio del 1960, quando morì sua figlia, per cui brutti ricordi accompagnarono la stesura dell’opera, e la distruzione nel 1962 da parte della RAI, ha decretato la sentenza della piece.

Personalmente ho curato la regia di questo dramma, messo in scena da una compagnia amatoriale, nel 2006, e l’ho apprezzata ancora più di prima.


Sabato, domenica e lunedì mette in scena il problema della incomunicabilità domestica. Eduardo descrive la coppia attempata sempre vissuta nel regno della rinuncia, la rinuncia al presente come possibilità di autentico incontro.

Scritta nel 1959 questa commedia mette in risalto la trasformazione dei rapporti generazionali dell’epoca che nel romanzo famigliare di Eduardo diviene motore di crescita per tutti, attraverso la difficile soluzione del dialogo.

Vivere in una grande famiglia, ben tre generazioni convivono sotto il protettivo tetto paterno, in cui la quotidianità è fondata su cose non dette e sulle rinunzie, non basta a vincere la solitudine, anzi a volte può provocare un forte senso di isolamento. Solo lo scambio di opinioni può aiutare ad avvicinare gli uni agli altri. È intensamente rappresentato la tragedia personale dell’autore che nel 1959 appunto, si separa dalla moglie.


La morale è racchiusa nel dramma e viene svelata da vari personaggi ma per dirla con le parole di Eduardo:<<… c’è una anticipazione dell’avvento del divorzio…, c’è una fusione di finti rapporti cordiali in una famiglia in cui convivono tre generazioni: nonno, figli, nipoti, ma dietro la facciata bonaria si avverte un ammonimento a tutti i coniugi che non vanno d’accordo: spiegatevi, chiaritevi i vostri dubbi, i vostri tormenti. Alla fine della commedia non c’è chi non comprenda che soltanto l’amore può tenere insieme due esseri. Non certo il matrimonio e nemmeno i figli>>.

Il dolore del sospetto, il tarlo della gelosia, l’insofferenza di una quotidianità, tranquilla e comoda sì, ma banale e noiosa, sono i veri protagonisti trasmutati nei relativi personaggi, a ciascuno il suo. Peppino, Rosa, i figli, Amelia, rappresentano fino all’estremo della propria esistenza i suddetti sentimenti. Nel 1959 tutto muta, il mondo sta cambiando, il boom economico, il benessere, il sapere, le nuove culture, l’apertura mentale e sociale, sono le cause che portano al disfacimento di un equilibrio famigliare già fragile e pericolante. Ma il bello di questo lavoro è che ha un lieto fine, stranamente, dato che i drammi di Eduardo, seppure intrisi di ironia, lasciano tutti l’amaro in bocca. Quindi si trasforma in commedia e questa trasformazione, questa metamorfosi del grigio bozzolo che diviene lucente farfalla è la speranza. Eduardo ha messo un pizzico di speranza, la speranza della salvezza per questa sua famiglia finta e per quella vera che si stava di fatto sgretolando.

Ovviamente tutta la storia è arricchita da eventi tipici della napoletaneità, episodi di vita quotidiana: ‘o ‘rraù con la ‘nnecchia che solo a Napoli sanno fare, Michele che si fa rapare completamente comme a nu cinese, Antonio fissato con la stiratura dei cappelli e va cercanno sempe ‘a furnacella calda, e ancora Zia Memé che s’atteggia a donna moderna che tutto capisce lei e tutto sa lei, Raffaele con la sua passione per la commedia dell’arte e Pulecenella, e così via.

Accadimenti che fanno sorridere e ridere, ma che riportano sempre una morale di vita, la personale concezione di Eduardo De Filippo.



La Visione di Servillo ovvero la messa in scena.



Di questa messa in scena esiste un dvd a cura della regia di Paolo Sorrentino, che io fortunatamente possiedo! Ottime entrambe le regie, teatrale e televisiva.

Servillo dirige e porta in tournee questo lavoro di Eduardo da 2002 al 2006, credo, toccando le piazze di tutta Italia, e io, e chi come me ama Eduardo, non può che ringraziarlo.

Le scene sono state riprese in teatro, lasciando all’opera il fascino della rappresentazione dal vivo.





Gli Interpreti Principali

Tony Servillo

Anna Bonaiuto

Betty Pedrazzi

Francesco Silvestri

Ginestra Paladino

Antonello Cossia

Alessandra D’Elia

Mariella Losardo

Ecc…



Per me, che conosco abbastanza il testo, è stato come rileggerlo attraverso le loro voci, sentire i sentimenti dei personaggi interpretati dagli attori, che ad un certo punto hanno smesso di essere attori e sono diventati i personaggi. Bravissimi i due protagonisti. La versione rappresentata è fedele al testo, le scene, le pause, i gesti, persino gli sguardi, sembra di essere lì, in quella grande casa patronale, in casa Priore, con Peppino e Rosa, con i loro famigliari e i loro drammi esistenziali.

Consiglio agli amanti di Eduardo di prendere questo video, perché credo che allo stesso autore sarebbe piaciuta la messa in scena di Servillo e la sua magistrale interpretazione. Cosa che non si può dire della versione cinematografica con il figlio Luca De Filippo e Sofia Loren, bravissimi anche loro certo, ma infedele al testo la recitazione, Eduardo, pur avendo autorizzato alla registrazione, non volle essere presente durante le riprese e non approvò la versione della regista Wertmuller.

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