I Delitti della Maschera
I Delitti della Maschera.
Di Mirco Vaccaro
Bel titolo. Un bel titolo, azzeccato, è un ottimo modo per incuriosire e coinvolgere i lettori.
La storia gira attorno ad una misteriosa pietra, di valore sconosciuto, ma, presupposto, inestimabile, per il ritrovamento della quale vengono commessi orrendi omicidi.
Ricca di personaggi, si fa anche un po’ fatica ad identificarli tutti e a ricordarseli, è stata pensata bene, sicuramente strutturata con chiarezza nella mente dello scrittore, ma là è rimasta.
Leggendo gialli e affini da una vita, ho capito molto molto presto, troppo presto, come sarebbe andata a finire. Non ve lo svelo, poiché questa è la mia modesta opinione e non voglio compromettere la vostra lettura e il vostro interesse per questo libro.
Chiamata a esporre un mio parere, che volentieri esprimo, ho una difficoltà soggettiva nel definire il libro “un giallo”. Un giallo non è un romanzo in cui basta metterci uno o due o più morti, più o meno orrendamente uccisi, un giallo è qualcosa di più: è suspense, è adrenalina, è sorpresa, è mistero. Tutte sensazioni che un lettore dovrebbe provare mentre è immerso nella storia e che io, personalmente, non ho provato. Sinceramente preferisco dare una valutazione che resti oggettiva, e che riguardi l’idea, la trama, la realizzazione e lo stile di scrittura.
All’idea, all’intrigo io do un bell’otto. Sicuramente l’immaginazione dell’autore è fervida e promettente e spero che, nel tempo, dia migliori risultati. Alla descrizione dei personaggi coinvolti nella storia, alla loro caratterizzazione, più che altro, do un sei poiché li trovo non abbastanza delineati e forse poco originali.
La trama, seppure parte da una ottima idea, non è sviluppata all’altezza dell’idea. Peccato! Diviene anzi noiosa in alcuni passaggi, e il resoconto finale dei due investigatori, che fanno il riassunto dell’intero libro, in un ultimo lungo e noioso capitolo, lo trovo davvero ripetitivo e forse si poteva omettere o, magari, restringere. Per quanto riguarda lo stile, beh, credo che sia tutto lì il problema. La stessa storia, scritta con uno stile migliore sarebbe senz’altro migliore. Lo stile di scrittura è poco accattivante, poco coinvolgente, troppo semplice, credo. In compenso è scritto in maniera corretta, sapendo che non c’è stato editing, faccio i miei complimenti a questo giovane autore per l’ottima conoscenza della grammatica.
Mi auguro di leggere i suoi prossimi scritti, poiché penso che le basi per diventare un bravo scrittore di gialli ce le abbia, e data la sua giovane età, anche il tempo! ;)
Di Mirco Vaccaro
Bel titolo. Un bel titolo, azzeccato, è un ottimo modo per incuriosire e coinvolgere i lettori.
La storia gira attorno ad una misteriosa pietra, di valore sconosciuto, ma, presupposto, inestimabile, per il ritrovamento della quale vengono commessi orrendi omicidi.
Ricca di personaggi, si fa anche un po’ fatica ad identificarli tutti e a ricordarseli, è stata pensata bene, sicuramente strutturata con chiarezza nella mente dello scrittore, ma là è rimasta.
Leggendo gialli e affini da una vita, ho capito molto molto presto, troppo presto, come sarebbe andata a finire. Non ve lo svelo, poiché questa è la mia modesta opinione e non voglio compromettere la vostra lettura e il vostro interesse per questo libro.
Chiamata a esporre un mio parere, che volentieri esprimo, ho una difficoltà soggettiva nel definire il libro “un giallo”. Un giallo non è un romanzo in cui basta metterci uno o due o più morti, più o meno orrendamente uccisi, un giallo è qualcosa di più: è suspense, è adrenalina, è sorpresa, è mistero. Tutte sensazioni che un lettore dovrebbe provare mentre è immerso nella storia e che io, personalmente, non ho provato. Sinceramente preferisco dare una valutazione che resti oggettiva, e che riguardi l’idea, la trama, la realizzazione e lo stile di scrittura.
All’idea, all’intrigo io do un bell’otto. Sicuramente l’immaginazione dell’autore è fervida e promettente e spero che, nel tempo, dia migliori risultati. Alla descrizione dei personaggi coinvolti nella storia, alla loro caratterizzazione, più che altro, do un sei poiché li trovo non abbastanza delineati e forse poco originali.
La trama, seppure parte da una ottima idea, non è sviluppata all’altezza dell’idea. Peccato! Diviene anzi noiosa in alcuni passaggi, e il resoconto finale dei due investigatori, che fanno il riassunto dell’intero libro, in un ultimo lungo e noioso capitolo, lo trovo davvero ripetitivo e forse si poteva omettere o, magari, restringere. Per quanto riguarda lo stile, beh, credo che sia tutto lì il problema. La stessa storia, scritta con uno stile migliore sarebbe senz’altro migliore. Lo stile di scrittura è poco accattivante, poco coinvolgente, troppo semplice, credo. In compenso è scritto in maniera corretta, sapendo che non c’è stato editing, faccio i miei complimenti a questo giovane autore per l’ottima conoscenza della grammatica.
Mi auguro di leggere i suoi prossimi scritti, poiché penso che le basi per diventare un bravo scrittore di gialli ce le abbia, e data la sua giovane età, anche il tempo! ;)
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